Convegno AIF: le nuove tendenze della formazione

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Appuntamento annuale con il convegno AIF: un’occasione per scoprire le nuove tendenze della formazione

Quest’anno il convegno dell’Associazione Italiana Formatori si è tenuto a Siracusa dal 19 al 21 maggio: la comunità dei formatori ha potuto riunirsi e confrontarsi, finalmente anche in presenza dopo due anni di convegni esclusivamente on-line.

C’eravamo anche noi di ComPA FVG e abbiamo raccolto alcuni spunti sull’evoluzione in atto nel mondo della formazione:

La PA sta lentamente superando un lungo periodo di debolezza dovuto al blocco del turnover e alla riduzione del personale, ma anche al taglio delle risorse dedicate alla formazione e a una generale incapacità di stare al passo con le richieste della società. Dando uno sguardo alla situazione europea, negli ultimi anni la media è stata di 10 giornate formative per ogni dipendente, mentre in Italia scendiamo a 1,2 giornate. Inoltre, nel nostro Paese più del 50% delle risorse disponibili sono state impiegate esclusivamente per lo sviluppo di competenze tecnico-specialistiche.

Le persone nella PA stanno acquisendo un ruolo sempre più centrale nella realizzazione del PNRR: i dipendenti pubblici hanno il diritto e anche il dovere di essere adeguatamente formati perché possano spendere al meglio le cospicue risorse finanziare messe a disposizione dal piano. In questo senso la formazione diventa un vero e proprio investimento strategico per le organizzazioni

La formazione deve essere sempre più uno strumento strategico (è stata anche inserita nel PIAO – Piano Integrato di Attività e Organizzazione) e capace di produrre impatti innovativi e che siano rendicontabili e certificabili alla Commissione Europea a fronte delle risorse del PNRR ricevute. Il piano di formazione non può limitarsi all’elencazione delle azioni formative, ma deve formare dirigenti e funzionari a un nuovo approccio manageriale e comportamentale, alla capacità di raccogliere fabbisogni e valutazioni. La formazione deve anche sviluppare comportamenti etici nella PA: aiutare il contrasto alla mala gestione e migliorare efficienza e qualità dei servizi erogati.

La PA deve diventare un posto di lavoro attrattivo tanto quanto il privato, rivedendo modalità di retribuzione e benefit organizzativi (come ad esempio lo smart working o l’organizzazione di piani di carriera): solo così può attirare risorse umane qualificate e estremamente valide, al pari del mondo privato e delle società di consulenza. Soprattutto alla luce del fatto che nel prossimo triennio almeno 300 mila persone usciranno dal pubblico impiego (probabilmente molte di più se si considera che oltre 500.000 dipendenti pubblici hanno oggi più di 63 anni) a fronte invece di 120.000 nuovi ingressi previsti.

Lo sviluppo delle competenze digitali, non solo di base, è fondamentale. All’interno degli enti sono essenziali le figure che guideranno la transizione al digitale e la trasformazione organizzativa (e-leadership). Inoltre, le PA ricoprono un ruolo chiave per favorire la domanda di servizi digitali: è necessario però progettare azioni formative rivolte ai cittadini con lo scopo di migliorare e sviluppare le competenze di “cittadinanza digitale”.

Tutti questi elementi dimostrano come, non a caso, nel PNRR si parla di “transizione amministrativa” che per essere realizzata ha bisogno di importanti investimenti formativi sul capitale umano aiutandolo a cambiare metodologia di lavoro e organizzazione

Grazie a tutto il comitato di AIF che ha reso possibile questo momento: un lavoro silenzioso e costante per favorire occasioni d’incontro e confronto utili a costruire il futuro. 

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