La vaccinazione resta la priorità
“La vaccinazione resta una priorità soprattutto in un momento complesso come l’attuale con un raddoppio delle persone da prendere in carico e un sistema che sconta 24 mesi di fatica alle spalle. Dobbiamo riuscire a tenere alta la distanza fra la domanda ospedaliera e la circolazione dell’infezione che presenta livelli come non si erano mai visti prima. La risposta, quindi, è garantita dalla vaccinazione e dobbiamo spingere l’acceleratore sulla terza dose”.
Lo ha detto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nei giorni scorsi nella sede dell’Azienda sanitaria Friuli occidentale (Asfo) a Pordenone dove si è fatto il punto sul piano vaccinale ma anche sulla situazione epidemiologica particolarmente critica in questa fase.
Riccardi ha ricordato che ad oggi sono circa 860.000 le persone che potrebbero vaccinarsi in terza dose ma si registrano prenotazioni per meno di 600.000 con 270.000 persone che restano ancora quindi fuori dalla partita. “Scontiamo un ritardo nelle prenotazioni se pur vi sia ampia disponibilità nelle agende delle Aziende sanitarie. Ci stiamo organizzando per somministrare più di 300.000 vaccinazioni al mese ovvero fra 80.000 e 100.000 dosi a settimana ma a questo sforzo deve corrispondere una richiesta che ad oggi scarseggia”.
Da qui l’appello del vicegovernatore ai cittadini affinché proseguano anche con la terza dose che protegge dall’ospedalizzazione. “Con un fenomeno epidemiologico che oggi presenta una dimensione rilevante che ne determina il riorientamento del modello organizzativo e un tracciamento tecnicamente impossibile, nel migliore dei casi la presa in carico di un positivo richiede una stima al ribasso di 20 minuti, il vaccino rappresenta l’unica risposta per mantenere la distanza fra andamento del contagio e tenuta ospedaliera” ha rimarcato il vicegovernatore. Sul nodo della scuola Riccardi ha specificato come le persone più giovani hanno un livello di contagio maggiore e se pur con sintomi lievi o asintomatici sono un veicolo di circolazione del virus quindi è necessario capire quale sarà l’effetto dell’apertura delle scuole. Sull’obbligo vaccinale per gli over 50, Riccardi ha espresso la convinzione che “i 100 euro di multa non sono la sanzione adeguata per incentivare l’immunizzazione”.
Anche nella fascia 5-11 anni la domanda di vaccinazione è bassa: sono 66.000 i potenziali bambini da vaccinare ma si registrano prenotazioni per 10.000. Riccardi ha espresso poi preoccupazione per alcune categorie quali quelle del personale sanitario, compresi gli assimilati, e l’intero sistema educativo dove mancano all’appello vaccinale ancora migliaia di persone: “è un fenomeno rilevante anche per l’impatto che ha dal punto di vista culturale”.
Nel ricordare come il pordenonese presenta la più ampia percentuale di variante Omicron sul territorio regionale dovuta probabilmente all’alta mobilità delle persone anche tra territori confinanti in cui l’infezione è elevata, Riccardi ha ricordato i circa 2 milioni e mezzo di somministrazioni in un anno di cui la terza dose, solo a dicembre, ha chiuso con 300mila in sovrapposizione con una sorveglianza sanitaria quotidiana importante. Così come, si è interrogato Riccardi, se l’infezione fosse in una pre-fase endemica, sarebbe necessaria la rivisitazione delle regole di convivenza con il virus: “fino a qualche settimana fa – ha indicato Riccardi – con una terza dose o una seconda dose a meno di 120 giorni e con un contatto stretto con un positivo era prevista 1 settimana di quarantena oggi per questi casi la quarantena non si fa; questo consente di alleggerire il peso sui dipartimenti di prevenzione e dà maggiore libertà ai cittadini”. Nel corso della conferenza stampa il direttore generale di Asfo Joseph Polimeni ha fotografato i cambiamenti del quadro epidemiologico sull’area del pordenonese confrontando i dati dei nuovi positivi: il 4 gennaio del 2021 si contavano 319 nuovi casi saliti quest’anno a 1.200.
I numeri sulla gestione della presa in carico dal Dipartimento di prevenzione di Asfo mostrano dati importanti: 8.963 persone in carico oggi, 1.200 telefonate al giorno con un aumento del numero dei tamponi molecolari (550 in media quotidiana in drive-in) e 50 operatori sanitari e amministrativi dedicati. La strategia messa in campo per far fronte alla situazione prevede l’aumento delle aperture delle sedi vaccinali, l’istituzione degli hub solo nei grandi centri, la collaborazione forte con i medici di medicina generale, l’utilizzo del privato accreditato e le partnership con gli operatori privati.
Al 3 gennaio in Asfo i vaccinati dai 12 anni in avanti con almeno una dose si attestavano al 79,7%, quelli a ciclo completo erano il 74,9%, mentre la somma dei vaccinati con almeno una dose e i guariti sale a 80,8%. La fascia in sofferenza, come per il resto d’Italia, è quella fra i 30-40. Dal 15 gennaio è previsto un rafforzamento dell’attività vaccinale con aumento delle giornate di apertura dei centri vaccinali oltre all’organizzazione dei vaccination day presso gli ambulatori dei medici di medicina generale. Verranno, inoltre, incrementate le somministrazioni delle dosi booster fino a 27.800 a settimana ampliando le giornate di apertura nelle diverse sedi (Real Asco, Cittadella della Salute, Maniago, San Vito, Sacile, Spilimbergo, privati).
Per quanto concerne il piano vaccinale della fascia 5-11 anni sono previsti incrementi dedicati delle giornate d’apertura nei centri vaccinali, per la terza dose, con previsione di 500 inoculazioni a settimana nella Cittadella della salute, 250 a Maniago e 250 a San Vito. Dal 17 gennaio è previsto il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta per la vaccinazione presso i propri ambulatori. ARC/LP/ep
Fonte: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia